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Aquariophylia - numero monografico Betta - AIUTO!!

Aperto da Roberto Silverii, Giugno 24, 2013, 08:09:20 PM

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Alexander MacNaughton

[quote="Roberto Silverii" post=68254]No MarZ..0 soldi, non abbiamo mai preso mezza lira per niente (purtroppo)..come dicevo si fa per la visibilità.

Ora si, ditemi pure che sono un coglione, me lo merito :)[/quote]

[quote="MarZissimo" post=68257]No, non te lo dico perché come te io non avrei avuto il coraggio di chiedere una lira [/quote] Appunto meglio chiedere qualche euro! :drop:

Bob hai dato un'occhiata al pezzo sui prodotti... io non sapevo proprio come finirlo. :pinch:
Non cercare di diventare un uomo di successo, ma piuttosto un uomo di valore. Albert Einstein

Kristalya

Rob gli potevi dire "fate un'offerta libera!" :bounce:
MarZ che bello l'articolo, scrivi bene, discorsivo, non utilizzi i soliti 4 aggettivi in croce "bello, brutto, buono e cattivo"... mi piace! :)

MarZissimo

--------------ARTICOLO DEFINITIVO CORRETTO (le foto mettetele voi dove volete, quelle che volete)

Titolo: Oltre lo splendens

Plakat, Crowntail, Veiltail, Doubletail o Halfmoon?

Nessuno di questi!

In queste poche righe a disposizione andremo ad esaminare quelle che sono le alternative possibili all'allevamento selettivo del Betta splendens e quindi alle categorie appena citate.
Si perchè purtroppo la maggioranza del grande pubblico acquariofilo italiano non sa che non esistono soltanto i Betta splendens, e inoltre è ancora meno comune il pensiero che lo splendens non esista soltanto nelle suddette forme di selezione.
Con il passare del tempo e la continua richiesta del mercato, infatti, è andata sempre meno di moda l'idea di avvicinarsi all'animale da un punto di vista naturalistico, lasciando invece spazio al mero fine estetico dell'acquisto del pesciolino rosa o blu piuttosto che quello giallo o nero. Tutto questo ha contribuito a far si che ci si dimenticasse da dove questi pesci provengono, quali siano le loro abitudini alimentari, in che ambiente si siano sviluppati e per quale motivo quindi si siano evoluti nella loro forma ancestrale, che a conti fatti non ha niente da invidiare, nemmeno esteticamente parlando, a tutti i pesci che vediamo esposti di solito nei negozi.
Motivo di questo articolo, quindi, e del progetto di mantenimento delle specie selvatiche promosso dall'Associazione Italiana Betta, è quello di:
- In primis di sensibilizzare il lettore verso una tipologia di allevamento quanto più naturale possibile, volto ad un atteggiamento proattivo nei confronti di un problema, quello dell'antropizzazione dei biotopi di origine dei labirintidi, che ormai è impossibile non tenere in considerazione;
- In secundis quello di cercare di risvegliare un interesse verso quella che di fatto, in questo hobby, costituisce l'alternativa all'allevamento selettivo.

Allo stato dell'arte ci sono più di 70 specie di Betta descritte e sono forse altrettante, se non di più, quelle che devono ancora essere studiate e catalogate.
Come accade per tante altre famiglie/specie, anche per i Betta è uso raggruppare queste specie in "complessi":

Complesso akarensis
Betta akarensis
Betta antoni
Betta aurigans
Betta balunga
Betta chini
Betta ibanorum
Betta obscura
Betta pinguis

Complesso albimarginata
Betta albimarginata
Betta channoides

Complesso anabantoides
Betta anabatoides
Betta midas

Complesso bellica
Betta bellica
Betta simorum

Complesso coccina
Betta brownorum
Betta burdigala
Betta coccina
Betta livida
Betta miniopinna
Betta persephone
Betta rutilans
Betta tussyae
Betta uberis

Complesso dimidiata
Betta dimidiata
Betta krataios

Complesso edithae
Betta edithae

Complesso rubra
Betta dennisyongi
Betta foerschi
Betta mandor
Betta rubra
Betta strohi

Complesso picta
Betta falx
Betta picta
Betta simplex
Betta taeniata

Complesso pugnax
Betta apollon
Betta breviobesus
Betta cracens
Betta enisae
Betta ferox
Betta fusca
Betta kuehnei
Betta lehi
Betta pallida
Betta prima
Betta pugnax
Betta pulchra
Betta raja
Betta schalleri
Betta stigmosa

Complesso splendens:
Betta imbellis
Betta mahachaiensis
Betta siamorientalis
Betta smaragdina
Betta splendens
Betta stiktos

Complesso unimaculata
Betta compuncta
Betta gladiator
Betta ideii
Betta macrostoma
Betta ocellata
Betta pallifina
Betta patoti
Betta unimaculata

Complesso waseri
Betta chloropharynx
Betta hipposideros
Betta pardalotos
Betta pi
Betta renata
Betta spilotogena
Betta tomi
Betta waseri

....come potete constatare sono davvero tante, tutte diverse e tutte con delle caratteristiche distintive, colori e forme che valgono davvero la pena di essere allevate e studiate.
Alcune di queste fanno parte dell'hobby da centinaia di anni, il Betta pugnax ad esempio è stato descritto nel lontano 1849, mentre altre specie sono recentissime, come i Betta siamorientalis, mahachaiensis e dennisyongi, tutti descritti negli anni 2012 e 2013.
Come detto, poi, oltre a queste ci sono ancora tantissime specie che sono studiate mentre vengono scritte queste poche righe, e molte altre ancora devono essere scoperte.

Oltre a quanto già detto, esiste una ulteriore classificazione che è bene definire in sede di analisi, ed è quella relativa non solo alla famiglia (Betta) ed alla specie (ad esempio unimaculata o splendens), ma anche al luogo di ritrovamento del ceppo genetico a cui l'animale fa riferimento. Infatti, sebbene facenti capo alla stessa specie, non è insolito trovare molte piccole differenze anche tra esemplari raccolti in natura a pochi chilometri di distanza gli uni dagli altri; questo perchè il pesce si adatta ad un differente biotopo ed evolve in maniera completamente diversa da un altro, che magari vive in una pozza a 40 km di distanza.
Questa biodiversità costituisce un vero e proprio tesoro che ciascun allevatore, nel suo piccolo, può aiutare a preservare, ragion per cui è necessario mantenere ben distinte le diverse popolazioni anche all'interno dell'hobby.
Tale ulteriore classificazione viene solitamente espressa con un "location code" associato alla specie e solitamente espresso tra doppi apici. Per fare un esempio possiamo trovare i Betta patoti "Pusrehut" piuttosto che i Betta Patoti "Badak".

Parlando sempre di possibili classificazioni all'interno della famiglia dei Betta, va evidenziato anche un criterio di raggruppamento delle varie specie che è frequente trovare sia in letteratura che nei vari portali online.
Tale criterio si basa sulla strategia riproduttiva e prevede due grandi gruppi: gli "incubatori orali" e i "costruttori di nido".
Alla categoria "costruttori di nido" appartengono quelle specie che hanno un rapporto atavico e molto molto stretto con la superficie di acque stagnanti, con fittissima vegetazione. In questi luoghi i pesci sono capaci di produrre quello che molti allevatori di Betta splendens di selezione hanno già visto e che in gergo viene chiamato "nido di bolle", ovvero un agglomerato di bolle d'aria rivestite da una patina mucosa che è in grado di mantenerle integre e renderle appiccicose, in modo da poter formare una sorta di supporto al quale ancorare le uova e successivamente, una volta che queste si saranno schiuse, gli avannotti di pochi giorni, fino a che questi ultimi non saranno in grado di nuotare liberamente.
Per quanto riguarda invece gli "incubatori orali", fanno parte di questa categoria le specie di Betta che abitano luoghi con corrente più marcata, anche se non eccessiva, e solitamente più spogli, se paragonati ai biotopi d'origine delle specie appartenenti alla categoria dei "costruttori di nido".
Mentre nel primo caso vengono infatti deposte tantissime uova, affidando la prosecuzione della specie alla probabilità che almeno una piccola parte degli avannotti si salvi tra la vegetazione, in questo gruppo di specie vengono deposte e fecondate molte meno uova, che sono poi letteralmente "covate" dal maschio, il quale, una volta che le ha fecondate, le raccoglie in bocca per un periodo che va dai 7 fino ai 30 (!) giorni in dipendenza della specie.
Durante tutto l'arco di tempo interessato all'incubazione il maschio non è in grado di mangiare nulla, per cui solitamente resta confinato in un posto sicuro e riparato in cui svolgere il suo ruolo protettivo.
Al riguardo, Un paio di curiosità degne di nota:
In acune specie i maschi raccolgono le uova in bocca non appena le hanno fecondate nel classico "abbraccio" tipico degli anabantidi, in altre invece è la femmina che si occupa di ciò e in seguito, ponendosi esattamente di fronte al partner, le sputa, aspettando che quest'ultimo le raccolga in bocca "al volo". È uno dei momenti più affascinanti a cui un allevatore di Betta possa assistere. Garantito!
Altra curiosità invece è quella che riguarda le uova che il maschio porta in bocca. Non sempre ovviamente sono tutte fecondate e in alcune specie il maschio utilizza queste ultime (quelle non fecondate) per alimentarsi, riuscendo ovviamente a distinguerle dalle altre in cui si stanno sviluppando gli avannotti; mentre in altre specie queste vengono semplicemente espulse, o dalle branchie o dalla bocca.
Nel primo caso si parla in gergo di "feeding eggs".
Al termine dell'incubazione i piccoli vengono sputati e sono in grado di nuotare libramente, avendo già assorbito il sacco vitellino e assomigliano ai classici avannotti dei più comuni poecilidi ovovivipari che tante volte si vedono nei negozi.
In questo caso, quindi, il proseguo della specie è affidato meno al caso o agli alti numeri di avannotti e molto più alle cure parentali, anche se queste non sono minimamente paragonabili a quelle viste nell'allevamento dei ciclidi.

Qual'ora il lettore sia interessato e abbia intenzione di allevare una delle suddette specie, con particolare riferimento ad un determinato "location code", bisogna sempre tenere a mente che non solo la vasca deve essere adeguatamente dimensionata, ma anche adeguatamente allestita.

L'allevamento non a scopo di selezione non ha come obiettivo un massimo della fitness riproduttiva, quindi non c'è bisogno di isolare i riproduttori, perchè così facendo si andrebbe incontro a seri problemi di sovraffollamento in poco tempo, ragion per cui la vasca deve essere progettata per ospitare una colonia di individui della stessa specie (mai ibridare!), correttamente bilanciati in sex ratio.
La regola generale infatti vuole che ci siano più maschi che femmine per gli incubatori orali, dato che in queste specie il maschio è sottoposto a lunghi periodi di digiuno e con due incubazioni consecutive si rischia ben presto che questo muoia di stenti. Avendo più di un maschio per ciascuna femmina si fa in modo che queste possano scegliere il partner a turno, lasciando ai poveri maschi il tempo di rifiatare un pò.
Per i costruttori di nido la sex ratio solitamente prevede una maggioranza di femmine o al più un egual numero tra maschi e femmine.

Per quanto riguarda l'allestimento della vasca occorrerà privilegiare delle barriere visive lungo tutta l'altezza della colonna d'acqua, con un occhio di riguardo per il livello superficiale, per vasche destinate ai "costruttori di nido", con più attenzione al livello medio basso per gli "incubatori orali".
L'illuminazione non dovrà mai essere troppo intensa, perchè i pesci non sono abituati ai riflettori da stadio delle vasche tipo quelle allestite da Takashi Amano; occorrerà invece utilizzare molto spesso alcuni oggetti d'arredo come schermo contro la luce diretta, ad esempio dei legni, piante galleggianti e foglie secche.
La chimica dell'acqua dovrà ovviamente variare a seconda della specie ospitata, quindi si potrà benissimo utilizzare soltanto acqua di rubinetto, opportunamente condizionata, oppure sarà obbligatorio munirsi di strumenti per abbassare conducibilità e ph dell'acqua, e in questo caso la buona e vecchia torba di sfagno fungerà da aiutante principale.

Altro capitolo importantissimo è quello legato all'alimentazione. Impossibile pensare di allevare questi animali soltanto somministrando cibo secco o liofilizzato; per forza di cose è necessario ricorrere a colture di cibo vivo o al massimo del buon surgelato.
In dipendenza della specie si possono somministrare grilli, lombrichi, camole della farina e del miele, chironomidi, artemie adulte e/o naupli, krill, tubifex, californian blackworms, hyalella azteca, dafnie, moine e chi più ne ha più ne metta, ricordando che una buona dieta è sempre varia.

In conclusione, la scelta su una possibile specie può dipendere sia dai gusti personali che dal grado di esperienza in campo acquariofilo che il lettore ha maturato. Ci sono specie davvero facili e bellissime; altre ancora sono più complicate, ma altrettanto belle, per via della chimica dell'acqua necessaria al corretto allevamento; altre ancora hanno bisogno di temperature troppo alte o troppo basse, e altre hanno bisogno di allevamento di cibo vivo non proprio adatto ad essere ospitato in casa. In base a tutti questi fattori la scelta può ricadere su una specie o su un'altra, oppure su una popolazione (associata ad un determinato "location code") piuttosto che su un'altra, ma alla base di tutto ci deve essere l'interesse vivo dell'allevatore a mantenere e diffondere nell'hobby la specie in maniera corretta ed eticamente valida, così da non andare più ad intaccare quelle che sono le popolazioni che abitano i biotopi d'origine. Infatti questi ultimi al giorno d'oggi subiscono non solo l'influenza della pesca indiscriminata ai fini commerciali degli animali che li popolano, ma anche la distruzione che è conseguenza dell'antropizzazione sempre crescente e che fra qualche anno ci farà perdere dei veri e propri gioielli della natura.
solo non selezionati :-)

Partecipa al progetto di mantenimento AIB!

MarZissimo

solo non selezionati :-)

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Roberto Silverii

MarZ l'editoriale lo scriviamo noi..anzi se qualcuno vuole scriverlo..si faccia pure avanti :P

MarZissimo

L'editoriale deve esse una sciorinata di passione pura, altrimenti diventa na balla de fieno tipo spot pubblicitario e cadiamo nel banale :)

Io lo farei se avessi tempo. Giuro lo farei sul serio.
solo non selezionati :-)

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gamgam

Questa volta sono veramente nei guai. Ho un momento di picco di lavoro mai visto, fortunatamente molto positivo, ma riuscirò solo a fare i due articoli promessi... Non altro. E dovrò scriverli la notte...
Matteo :cheer:

Roberto Silverii

Io sono ispirato 0 questo periodo..magari Eugenio? :) Se no mi ci metto nel weekend..:)

Alexander MacNaughton

Non cercare di diventare un uomo di successo, ma piuttosto un uomo di valore. Albert Einstein

Roberto Silverii

Tranquillo Alex, se non ci pensa Eugenio ci penso io :)

Alexander MacNaughton

Adesso che l'ho finito me lo dici? :blink:

 
Questo è il testo fate cosa credete più giusto.


In questo editoriale faremo un viaggio: ci volete seguire? Allora cominciate ad aprire le porte della vostra fantasia: La vedete la fitta foresta? Questa mattina ci hanno detto che la temperatura era sui 32°C e l'umidità già alta, tanto che quel 45% che vi hanno detto, vi sembra troppo poco. Però vedere quella specie di betta in natura dev'essere troppo uno spettacolo. E no. Non me lo voglio perdere! Proprio sta mattina vi hanno che lì  a 3 ore di cammino c'è una pozza con una specie che in natura si sta estinguendo. Magari sopra quella pozza, tra qualche tempo, ci costruiranno sopra qualche capanna e rimpiangeremo di non essere andati prima.
 
Sarà già quasi un ora che camminiamo e la maglia è talmente appiccicata, tra il sudore e l'umidità dell'aria, che quasi quasi rallenta i nostri movimenti. I moschini che ci girano attorno non ci mollano un attimo e ringraziamo il cielo che quelle nubi coprono il sole altrimenti saremmo bruciati!

I vostri pensieri vagano altrove magari pensate alla frescura della vostra lontanissima casa, ma forse  vi basta anche la vostra amaca all'ombra! Ad un tratto i vostri pensieri vengono interrotti da uno strano rumore. Tu e i tuoi amici vi guardate in faccia e dai vostri sguardi capite che anche gli altri si fanno le tue stesse domande: il villaggio più vicino sarà a cinquanta chilometri, saranno guerriglieri? O qualche animale feroce? capite che è inutile starsi a guardare in faccia e decidete di proseguire cautamente facendo meno rumore possibile...

Improvvisamente vedete come un grosso pallone grigio e rosso venirvi a dosso verso la faccia d'impulso arretrate, o almeno ci provate, perché avendo dietro un vostro amico cadete tutt'e due gambe all'aria.

Mentre siete per terra e i vostri amici ridono di voi vedete un lophura diardi che plana sopra di voi. Da queste parti lo chiamano fireback siamese; un grosso fagiano grigio con la faccia rossa.
Che spavento! Mentre meditate come farlo allo spiedo il prossimo fagiano che vi fa uno scherzo simile, ad una decina di metri vedete appollaiato un Cinnyris jugularis, che viene chiamato l'uccello di fuoco dal dorso olivastro, prendete la vostra fotocamera e intimate ai vostri amici di non muoversi che volete immortalare l'avvenimento!

La marcia prosegue finché giungete al posto che vi eravate prefissi di arrivare!
L'emozione è tanta, infatti non sentite neanche la stanchezza della lunga camminata. Subito tirate fuori fotocamere,  retini e provette per fare i test. Altrimenti come facciamo a riprodurre le stesse condizioni nell'acquario dove vorreste  sicuramente riprodurre questa meraviglia della natura chiamata betta.

Vi è piaciuta questa avventura? Non sono un indovino ma immagino già i vostri pensieri. Chi c'è la farebbe, con quel caldo e con quei disagi, ad arrivare in un posto simile? Una vacanza laggiù chissà quanto costerebbe? Chissà che macello per portare i pesci in italia... quale dei miei amici mi seguirebbe per un'impresa così folle?

Per conoscere questi gioielli della natura non bisogna fare un viaggio in tailandia. E non vi sto' neanche suggerendo di vedere qualche video e foto su internet.

Basta venire a Ranco o al Petfestival dove si terranno dei betta show contest, dove saranno presenti molte vasche biotopo di specie di betta così detti "selvatici". Non sono i soliti bettasplendens con pinne a velo(veiltail) o con la coda a corona (crowntail). Ma sono betta di famiglie diverse, di complessi diversi, dimensioni diverse, morfologia ed esigenze diverse!

Sono betta allevati con passione da maniaci come me e come te per i pesci, ma più specificamente dei betta. Molti soci AIB qui in Italia allevano betta non selezionati con un vero e proprio programma di mantenimento della specie.

Ormai i nostri parenti ed amici sanno che ci hanno mentalmente perso. Perché spendiamo molti soldi per comprare e costruirci attrezzature, abbiamo riempito case di vasche e vaschettine, abbiamo rivoluzionato stanze per poter ospitare nel migliore dei modi i nostri beniamini. Facciamo chilometri in tutta l'europa per delle semplici mostre o creando dei eventi dal nulla per poter far conoscere ed apprezzare il betta in tutte le sue specie.

Ho stimolato un po' la vostra curiosità? Bene. Allora non mi resta che augurarvi una buona lettura in questo numero speciale o monografico sui Betta!
Non cercare di diventare un uomo di successo, ma piuttosto un uomo di valore. Albert Einstein

Roberto Silverii

Alex detto sinceramente a me non dispiace..ma non sò quanto sia adatto per un editoriale :)  Vedrò cosa posso fare :)

verdeblu

Roby io posso scrivere qualcosa domenica, fammi sapere :)

Roberto Silverii

Chiunque scriva un articolo può (o anche no, se non volete) mandarmi una foto ed un breve CV di poche righe, verrà inserito nella lista dei collaboratori su Aquariophylia :)

MarZissimo

Io non voi :*

Ma grazie lo stesso per la comunicazione :* :P :)
solo non selezionati :-)

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