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Aquariophylia - numero monografico Betta - AIUTO!!

Aperto da Roberto Silverii, Giugno 24, 2013, 08:09:20 PM

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Kristalya

Mi è tornata oggi la connessione... spero di non avervi creato problemi con le scadenze :(

Comunque:
- qui c'è testo + foto (qui le foto sembrano un pò sfocate, ma vi assicuro che sono a fuoco... servono le didascalie?)
- qui solo testo
- qui solo foto

Se ho scritto delle scemate o c'è da cambiare,aggiungere, togliere qualcosa dite pure :)

Roberto Silverii

Grande Ilaria, sei la prima, quindi nessun problema di scandenze :D

Kristalya


Alexander MacNaughton

[quote="Kristalya" post=68178]Ho vinto un tostapane?[/quote]
Sì in fotografia
 

Roberto

Leggende

Prodotti ovviamente incompleto:pinch: :(
Non cercare di diventare un uomo di successo, ma piuttosto un uomo di valore. Albert Einstein

Roberto Silverii

Alex, quando condividi qualcosa con me su dropbox, fallo sull'indirizzo abruzzobetta@gmail.com :)

MarZissimo

Roby non è definitivo, devo correggerlo perchè l'ho scritto di getto e non l'ho nemmeno riletto, manca forse anche qualche altro paragrafo, ma comunque te lo posto così non te sale l'ansia.

Domani lo correggo e te lo do finito. Poi le foto di repertorio che abbiamo le metti tu dove vuoi all'interno dell'articolo, oppure le mettono loro...boh....

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Plakat, Crowntail, Veiltail, Doubletail o Halfmoon?

Nessuno di questi!

In queste poche righe a disposizione andremo ad esplorare quelle che sono le alternative possibili all'allevamento selettivo del Betta splendens e quindi alle categorie appena citate.
Si perchè come purtroppo ancora la maggioranza del grande pubblico acquariofilo italiano non sa che non esistono soltanto i Betta splendens, ed è ancora meno comune il pensiero che lo splendens non esista soltanto nelle suddette forme di selezione.
Con il passare del tempo e la continua richiesta del mercato infatti, è andata sempre meno di moda l'idea di avvicinarsi all'animale da un punto di vista natualistico, lasciando invece spazio al mero fine estetico dell'acquisto del pesciolino rosa o blu piuttosto che di quello giallo o nero. Tutto questo ha contribuito a far si che ci si dimenticasse da dove in effetti questi pesci provengono, quali sono le loro abitudini alimentari, in che ambiente si sono sviluppati e per quale motivo quindi si sono evoluti nella loro forma ancestrale, che a conti fatti non ha niente da invidiare, nemmeno esteticamente parlando, a tutti i pesci che vediamo esposti di solito nei negozi.
Motivo di questo articolo quindi, e del progetto di mantenimento delle specie selvatiche promosso dall'Associazione Italiana Betta, è quello di:
- In primis di sensibilizzare il lettore verso una tipologia di allevamento quanto più natuale possibile, volto ad un atteggiamento proattivo nei confronti di un problema, quello dell'antropizzazione dei biotopi di origine dei labirintidi, che ormai è impossibile non tenere in considerazione.
- In secundis quello di cercare di risvegliare un interesse verso quella che di fatto, in questo hobby, costituisce l'alternativa all'allevamento selettivo.

Allo stato dell'arte ci sono più di 70 specie di Betta descritte e sono forse altrettante, se non di più, quelle che devono ancora essere studiate e catalogate.
Come accade per tante altre famiglie/specie, anche per i Betta è uso raggruppare queste specie in "complessi":

Complesso akarensis
Betta akarensis   
Betta antoni   
Betta aurigans   
Betta balunga   
Betta chini   
Betta ibanorum   
Betta obscura   
Betta pinguis   

Complesso albimarginata
Betta albimarginata
Betta channoides

Complesso anabantoides
Betta anabatoides
Betta midas   

Complesso bellica
Betta bellica   
Betta simorum

Complesso coccina
Betta brownorum   
Betta burdigala   
Betta coccina   
Betta livida   
Betta miniopinna
Betta persephone
Betta rutilans   
Betta tussyae   
Betta uberis   

Complesso dimidiata
Betta dimidiata   
Betta krataios      

Complesso edithae
Betta edithae   

Complesso rubra
Betta dennisyongi
Betta foerschi   
Betta mandor   
Betta rubra
Betta strohi   

Complesso picta
Betta falx   
Betta picta
Betta simplex   
Betta taeniata   

Complesso pugnax
Betta apollon   
Betta breviobesus   
Betta cracens   
Betta enisae   
Betta ferox      
Betta fusca   
Betta kuehnei      
Betta lehi      
Betta pallida   
Betta prima   
Betta pugnax
Betta pulchra   
Betta raja   
Betta schalleri   
Betta stigmosa   

Complesso splendens:
Betta imbellis   
Betta mahachaiensis
Betta siamorientalis
Betta smaragdina
Betta splendens   
Betta stiktos   

Complesso unimaculata
Betta compuncta   
Betta gladiator   
Betta ideii   
Betta macrostoma
Betta ocellata   
Betta pallifina   
Betta patoti   
Betta unimaculata

Complesso waseri
Betta chloropharynx
Betta hipposideros
Betta pardalotos
Betta pi   
Betta renata   
Betta spilotogena
Betta tomi      
Betta waseri

....come potete constatare sono davvero tante, tutte diverse e tutte con delle caratteristiche distintive, colori e forme che valgono davvero la pena di essere allevate e studiate.
Alcune di queste fanno parte dell'hobby da centinaia di anni, il Betta pugnax ad esempio è stato descritto nel lontano 1849, mentre altre specie sono recentissime, come i Betta siamorientalis, mahachaiensis e dennisyongi, tutti descritti negli anni 2012 e 2013
Come detto poi, oltre a queste ci sono ancora tantissime specie che sono studiate studiate mentre scrivo queste poche righe, e molte ancora devono essere scoperte.
Unito a questo, c'è una ulteriore classificazione che è bene definire in sede di analisi, ed è quella relativa non solo alla famiglia (Betta) e alla specie (ad esempio unimaculata o splendens), ma anche al luogo di ritrovamento del ceppo genetico a cui l'animale fa riferimento. Infatti sebbene facenti capo alla stessa specie, non è insolito trovare molte piccole differenze anche tra esemplari raccolti in natura anche a pochi chilometri di distanza, questo perchè ad un differente biotopo il pesce si adatta ed evolve in maniera completamente diversa da un altro che magari vive in una pozza a 40km di distanza.
Questa biodiversità costituisce un vero e proprio tesoro che ciascun allevatore, nel suo piccolo, può aiutare a preservare, ragion per cui è necessario manenere ben distinte le diverse popolazioni anche all'interno dell'hobby.
Tale ulteriore classificazione viene solitamente espressa con un location code associato alla specie e solitamente espresso tra doppi apici. Per fare un esempio possiamo trovare i Betta patoti "Pusrehut" piuttosto che i Betta Patoti "Badak".

Parlando sempre di possibili classificazioni all'interno della famiglia dei Betta, riportiamo all'attenzione del lettore anche un criterio di raggruppamento delle varie specie che è frequente trovare sia in letteratura che nei vari portali online.
Tale criterio si basa sulla strategia riproduttiva e prevede due grandi gruppi: gli "incubatori orali" e i "costruttori di nido".
Alla categoria "costruttori di nido" appartengono quelle specie che hanno un rapporto atavico e molto molto stretto con la superficie di acque stagnanti, con fittissima vegetazione. In questi luoghi i pesci sono capaci di produrre quello che molti allevatori di Betta splendens di selezione hanno già visto e che in gergo viene chiamato "nido di bolle", ovvero un agglomerato di bolle d'aria rivestite da una patina mucosa che è in grado di mantenerle integre e renderle appiccicose, in modo da poter formare una sorta di supporto al quale ancorare le uova e successivamente, una volta che queste si saranno schiuse,  gli avannotti di pochi giorni, fino a che questi ultimi non saranno in grado di nuotare liberamente.
Per quanto riguarda invece gli "incubatori orali", fanno parte di questa categoria le specie di Betta che abitano luoghi con corrente più marcata, anche se non eccessiva, e solitamente più spogli, se paragonati ai biotopi d'origine delle specie appartenenti alla categoria dei "costruttori di nido".
Mentre nel primo caso vengono infatti deposte tantissime uova, affidando la prosecuzione della specie alla probabilità che almeno una piccola parte degli avannotti si salvi tra la vegetazione, in questo gruppo di specie vengono deposte e fecondate molte meno uova, che vengono poi letteralmente "covate" dal maschio, che una volta fecondate le raccoglie in bocca per un periodo che va dai 7 fino ai 30 (!) giorni in dipendenza della specie.
Durante tutto l'arco di tempo interessato all'incubazione il maschio non è in grado di mangiare nulla, per cui solitamente resta confinato in un posto sicuro e riparato in cui svolgere il suo ruolo protettivo.
Qua un paio di curiosità degne di nota:
In acune specie i maschi raccolgono le uova in bocca non appena le hanno fecondate nel classico "abbraccio" tipico degli anabantidi, in altre invece è la femmina che si occupa di raccoglierle in bocca e in seguito, ponendosi esattamente di fronte al partner, le sputa, aspettando che quest'ultimo le raccolga in bocca "al volo". È uno dei momenti più affascinanti a cui un allevatore di Betta possa assistere. Garantito!
Altra curiosità invece è quella che riguarda le uova che il maschio porta in bocca. Non sempre ovviamente tutte queste uova sono fecondate, e in alcune specie il maschio utilizza queste ultime per alimentarsi, riuscendo ovviamente a distinguerle dalle altre in cui si stanno sviluppando gli avannotti, mentre in altre specie queste vengono semplicemente espulse, o dalle branchie o dalla bocca.
Nel primo caso si parla in gergo di "feeding eggs".
Al termine dell'incubazione i piccoli vengono sputati e sono già in grado di nuotare libramente, avendo già assorbito il sacco vitellino e assomigliano ai classici avannotti dei più comuni poecilidi ovovivipari che tante volte si vedono nei negozi.
In queso caso quindi il proseguo della specie è affidato meno al caso o agli alti numeri di avannotti e molto più alle cure parentali, anche se queste non sono minimamente paragonabili a quelle viste nell'allevamento dei ciclidi.

Qual'ora il lettore si fosse interessato e abbia intenzione di allevare una delle suddette specie, con particolare riferimento ad un determinato location code, bisogna sempre tenere a mente che non solo la vasca deve essere adeguatamente dimensionata, ma anche adeguatamente allestita.
L'allevamento non a scopo di selezione non ha come obiettivo un massimo della fitness riproduttiva, quindi non c'è bisogno di isolare i riproduttori, perchè così facendo si andrebbe incontro a seri problemi di sovraffollamento in poco tempo, ragion per cui la vasca deve essere progettata per ospitare una colonia di individui della stessa specie (mai ibridare!), correttamente bilanciati in sex ratio.
La regola generale infatti vuole che ci siano più maschi che femmine per gli incubatori orali, dato che in queste specie il maschio è sottoposto a lunghi periodi di digiuno e con due incubazioni consecutive si rischia ben presto che questi muoiano di stenti. Avendo più di un maschio per ciascuna femmina si fa in modo che queste possano scegliere i partner a turno, lasciando ai poveri maschi il tempo di rifiatare un pò.
Per i costruttori di nido la sex ratio solitamente prevede una maggioranza di femmine o al più in egual numero rispetto ai maschi.

Per quanto riguarda l'allestimento della vasca occorrerà privilegiare delle barriere visive lungo tutta l'altezza della colonna d'acqua, con un occhio di riguardo per il livello superificiale per vasche destinate ai costruttori di nido, con più attenzione al livello medio basso per gli incubatori orali.
L'illuminazione non dovrà mai essere troppo intensa, perchè i pesci non sono abituati ai riflettori da stadio delle vasche tipo quelle allestite da Takashi Amano, mentre occorrerà invece utilizzare molto spesso alcuni oggetti d'arredo come schermo contro la luce diretta, tipo dei legni, piante galleggianti e foglie secche.
La chimica dell'acqua dovrà ovviamente variare a seconda della specie ospitata, quindi si potrà benissimo utilizzare soltanto acqua di rubinetto opportunamente condizionata oppure sarà obbligatorio munirsi di strumenti per abbassare conducibilità e ph dell'acqua, e in questo caso aiutante principale sarà la buona e vecchia torba di sfagno.

Altro capitolo importantissimo è quello legato all'alimentazione. Impossibile pensare di allevare questi animali soltanto somministrando cibo secco o liofilizzato, è per forza di cose necessario ricorrere a colture di cibo vivo o al massimo del buon surgelato.
In dipendenza della specie si possono somministrare grilli, lombrichi, camole della farina e del miele, chironomidi, artemie adulte e/o naupli, krill, tubifex, californian blackworms, hyalella azteca, dafnie, moine e chi più ne ha più ne metta, ricordando sempre che una buona dieta è sempre varia.

In conclusione la scelta su una possibile specie può dipendere sia dai gusti personali sia dal grado di esperienza in campo acquariofilo che il lettore ha maturato. Ci sono specie davvero facili e bellissime, altre ancora sono più complicate, ma altrettanto belle, per via della chimica dell'acqua necessaria al corretto allevamento, altre ancora hanno bisogno di temperature troppo alte o troppo basse, e altre hanno bisogno di allevamento di cibo vivo non proprio adatto ad essere ospitato in casa. In base a tutti questi fattori la scelta può ricadere su una specie o su un'altra, oppure su una popolazione (associata ad un determinato location code) piuttosto che su un'altra, ma alla base di tutto ci deve essere l'interesse vivo dell'allevatore a mantenere e diffondere nell'hobby la specie in maniera corretta ed eticamente valida, così da non andare più ad intaccare quelle che sono le popolazioni che abitano i biotopi d'origine, che al giorno d'oggi subiscono non solo l'influenza della pesca indiscriminata ai fini commerciali degli animali che li popolano, ma anche la distruzione che è conseguenza dell'antropizzazione sempre crescente e che fra qualche anno ci farà perdere dei veri e proprio gioielli della natura.

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solo non selezionati :-)

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MarZissimo

Che poi pensavo...ma all'associazione...in tasca....gli viene qualcosa spero....perchè loro hanno degli sponsor, quindi a loro arrivano soldini....non lo faremo solo per la gloria spero...cioè....gloria nostra, lavoro nostro, e soldi a loro?!?!?!?!

Te prego dimme de no.....
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MarZissimo

Oh...e con questo, è ovvio che non sto dicendo che li voglio IO i soldi eh...intendiamoci... ;)
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Roberto Silverii

No MarZ..0 soldi, non abbiamo mai preso mezza lira per niente (purtroppo)..come dicevo si fa per la visibilità.

Ora si, ditemi pure che sono un coglione, me lo merito :)

MarZissimo

No, non te lo dico perché come te io non avrei avuto il coraggio di chiedere una lira, però mi sarei quantomeno aspettato un'offerta dai tizi che con il lavoro nostro ce se pagano le ferie...altro mattoncino sulla mia personalissima convinzione che questi sono delle teste di quiz.....
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dalla piet

Mi piace molto il testo Marz.... In poco spazio hai detto il massimo, non si poteva fare meglio... ho imparato anche una nuova parola (atavico) :-)

Roberto Silverii

Da quello che mi hanno detto Rita Colognola (la coordinatrice) e Valerio Zupo (il direttore) nemmeno loro ci prendono soldi e lo fanno a tempo perso..io ci voglio credere, cmq chiederò esplicitamente che sia riservato un pezzo per parlare di AIB e che non venga inserita al pari delle altre associazioni come vorrebbero fare..se no veramente non c'ha senso

MarZissimo

Io una leccata di culo ad aib ce l'ho messa...così in caso va male si vede che noi in cantiere il progetto di mantenimento ce l'abbiamo :-)

Grazie Riccardo! Domani me lo rileggo e lo sistemo :-)
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MarZissimo

E comunque a sti prezzi io confido che almeno ci dedichino l'editoriale....
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