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Genetica dei colori a: introduzione

Aperto da gamgam, Dicembre 04, 2011, 10:46:16 AM

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gamgam

Introduzione alla genetica dei colori nei Betta splendens

Questo topic assieme ai successivi contiene cenni di base per introdurre alla genetica dei colori chi avvicina a questo hobby per la prima volta. Queste nozioni sono importanti per scegliere meglio gli individui più adatti da accoppiare. Il testo è tratto dal numero uno di Bettazine, gennaio 2011.

Il colore in natura
In natura l'importanza del colore, sia per il mimetismo sia come vero e proprio strumento di comunicazione tra individui, è tale che molte specie hanno sviluppato la capacità di assumere colori complessi e articolati e di modificarli in base alle situazioni. I pesci sono tra gli animali che sfruttano di più il colore, tanto da essere dotati addirittura di due meccanismi di gestione del colore che operano in maniera diversa tra loro. Il colore è infatti dovuto a due tipi di cellule, le prime determinano il colore assorbendo alcune lunghezze d'onda della luce, le altre riflettendola tramite particolari strutture cristalline. Inoltre, le cellule che gestiscono il colore hanno anche la caratteristica di poter variare la loro forma e dimensione, possono cioè aprirsi e chiudersi un po' come i petali di un fiore, facendo cambiare la livrea del pesce a seconda delle situazioni. E' quel che accade ad esempio alle femmine di Betta pronte per l'accoppiamento, che mostrano delle bande verticali bianche sul corpo.

Per capire come si compone il colore di un Betta è necessario partire dalla distinzione tra i due tipi di cellule citate. Le cellule del colore del primo tipo, chiamate comatofori, gestiscono il colore assorbendo particolari lunghezze d'onda della luce grazie a delle sostanze chimiche chiamate pigmenti. E' il meccanismo che opera anche nella pelle dell'uomo il cui colore è governato da un pigmento chiamato melanina.
Le seconde, chiamate iridociti o guanofori operano con un meccanismo per così dire opposto, cioè riflettendo in maniera particolare certe lunghezze d'onda della luce, grazie a dei microscopici cristalli di una sostanza chiamata guanina. Queste seconde cellule determinano il cosiddetto colore strutturale, dovuto cioè alla forma e all'orientamento di strutture cristalline e non a pigmenti.
I colori prodotti dai cromatofori sono colori pieni e compatti, mentre i colori prodotti dagli iridociti hanno la caratteristica di essere iridescenti, danno cioè quel tratto argenteo e brillante tipico appunto di molti pesci.
La differenza morfologica è fondamentale per capire i meccanismi di composizione e di  trasmissione ereditaria dei colori nei Betta splendens. Si può infatti dire che i colori di base dei Betta appartengono a due famiglie distinte: iridescenti e non iridescenti

Sono ad esempio non iridescenti i Betta di colore rosso, giallo, arancio, cambodian (rosso e bianco non iridescente), melano (nero), cellophane.

Sono iridescenti i Betta blu (reale, acciaio e turchese), i metallici (copper, teal, verde metallico) e gli opachi (bianco opaco).

I risultati più stabili in termini di colore si raggiungono separando le due tipologie per ottenere individui il cui appartiene a una sola di queste due famiglie. La pratica ha dimostrato infatti che incrociare un esemplare iridescente con un non-iridescente rende meno stabile la colorazione o meglio tende a far riemergere il colore naturale dei Betta selvatici, dando luogo a betta multicolori in cui il rosso predomina sulle pinne, mentre il corpo assume una livrea rosso-bruna, con una leggera iridescenza orizzontale nella parte superiore.
Questa regola empirica ha probabilmente la sua ragione proprio nel fatto che i due meccanismi di gestione del colore (iridescente/non-iridescente) sono fisicamente diversi. Anche se esistono pur sempre delle eccezioni rilevanti. Cercheremo di spiegare queste eccezioni in un topic dedicato.



Fotografia di un Betta selvatico con la classica colorazione mista di rosso, bruno e iridescente.


La teoria dei quattro strati
L'approccio tradizionale alla genetica dei Betta, definito da H.M. Wallbrunn negli anni 40 e 50, stabilisce che il colore dei Betta si sviluppa in quattro strati sovrapposti: giallo, nero, rosso, iridescente. I primi tre caratterizzati da pigmenti gialli, rossi e neri e il quarto dagli iridociti. Gli strati rosso e iridescente, che sono più superficiali, tendono a coprire gli altri.
In effetti, lo strato cosiddetto giallo non governa il colore e si può dire che in realtà non esista, nel senso che da un punto di vista genetico un Betta la cui pelle non sintetizza pigmenti rossi né neri e che non presenta iridescenza non ha una livrea gialla, ma sostanzialmente incolore, leggermente rosata per via dell'irrorazione sanguigna nei capillari. E' il caso degli albini e del corpo dei cambodian red, descritti nel seguito.  
I colori non iridescenti sono quindi determinati essenzialmente da due strati: il rosso e il nero, e dalle diverse combinazioni di mutazioni genetiche che agiscono su di loro. Mentre il fenotipo giallo o arancio dipende dalla diversa composizione dei pigmenti dello strato rosso e dalle mutazioni genetiche che ne alterano la presenza e distribuzione.

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Matteo :cheer: